Blood: the last vampire

E continuiamo sulla scia dei bevitori di sangue, con

Blood: the last vampire

Questo OAV parla di vampiri. Di una ragazzina che è un vampiro, e caccia altri vampiri. In una base militare. Con una spada.

Non c’è di per sé null’altro da capire. La storia risulta sin da subito confusa e poco chiara: all’inizio è normale, ma purtroppo durante tutti i 45 minuti non si ricevono molti chiarimenti sulla questione tutta.
I combattimenti sono carini e sanguinosi, ma c’è poco altro. I disegni hanno un doppio aspetto: le locazioni sono molto ben fatte, e i personaggi sono davvero tremendi. Le facce sembrano carcasse di annegato, e non danno nessuna emozione.

Per quanto fosse uno dei primi anime che avessi mai visto (e quindi ero tutto fremente d’attesa, pronto ad accettare qualsiasi cosa), questo film mi deluse parecchio, lasciandomi l’amaro in bocca alla fine.

Nota: 5.5. Poteva esser meno, ma togliendo i personaggi i disegni erano davvero belli.

Consigliato a: chi vuol vedere bambine vampiro; chi ama 12enni che sventolano spade; chi ha 45 minuti da buttare via.

Akira

La storia, signori, la storia.

Akira

Questo è uno di quei film che nessuno che dica “mi interessano gli anime” può non aver visto. Verrebbe lapidato da qualsiasi wannabe otaku del pianeta, poiché è una delle pietre miliari del genere, anche più di Evangelion e Ghost in the Shell messi insieme. Va visto.

Detto questo, parliamo della storia: ci si trova nel futuro, in una New Tokio di stampo quasi cyberpunk, in cui seguiamo le gesta di un gruppo di giovani motociclisti non propriamente in regola con la legge, che non pare esattamente portatrice di libertà.
È difficile dire qualcosa senza svelare i punti-chiave di questo OAV. I protagonisti principali sono due grandi amici, Kaneda e Tetsuo: a seguito di un litigio, Tetsuo scappa e viene catturato da un ente misterioso, che inizia a fare esperimenti su di lui. Da questo derivano poteri impressionanti, ma particolarmente pericolosi – non sarà tuttavia questo fatto a far desistere i suoi amici dal tentativo di salvarlo e di riportarlo con loro.

Per quanto riguarda la grafica, ricordiamo l’età di quest’opera: ha attualmente DICIANNOVE anni. È del 1988. Per quanto lo stile dei disegni dei personaggi sia chiaramente riconducibile agli anni ’80, questo è quanto ha in comune con quel tempo: la qualità del disegno e i dettagli curatissimi non dico che lo portino al pari delle più moderne produzioni, ma abbastanza vicino da capire che a quel tempo il lavoro fatto fu assolutamente eccezionale.

È un capolavoro. È una pietra miliare. È oramai un po’ datato, ma è uno dei checkpoint della conoscenza del genere: non si può saltare, non si può evitare.

Voto: 9. Storia e qualità insieme.

Consigliato a: chi ama le ambientazioni cyberpunk; chi vuol godersi uno spettacolo allucinante; chi vuol poter dire Io sono Tetsuo con cognizione di causa.

Vampire Hunter D

Eccomi a commentare uno dei relativamente pochi OAV da me visti:

Vampire Hunter D

D, un Dampyr (mezzo vampiro, mezzo umano) è un cacciatore di vampiri. Viene assoldato per recuperare Charlotte, la figlia di un nobile che durante la notte è stata rapita da un potentissimo vampiro; in contemporanea, un altro gruppo di cacciatori di taglie è in corsa per lo stesso motivo, e tenta di arrivare prima di D. Purtroppo, durante il viaggio, i nemici sono molto forti per tutti, e non chiunque risulta capace di superare i pericoli indenne.

Questo OAV mi ha rapito per molti aspetti: in primis, la grafica. Molto dark ma non pesante, estremamente curata, colpisce sin dalle prime immagini.
In secondo luogo, i combattimenti: ce ne sono molti, e sono assolutamente spettacolari. Sempre originali poiché i nemici hanno poteri sempre diversi, e tra la potenza di D e la versatilità dei cacciatori di taglie ce n’è davvero per tutti i gusti.
In ultimo, la storia: assolutamente eccezionale, senza una sola mancanza e con dei colpi di scena a dir poco spettacolari.

I personaggi sono meravigliosi, e le loro emozioni pulsano fuori dallo schermo per raggiungere chi guarda: si capisce cosa pensano, cosa provano, come si sentono. È davvero coinvolgente, a dir poco.
Inoltre, il finale è da antologia: assolutamente ineccepibile.

Per me, Vampire Hunter D è senza dubbio il miglior anime di vampiri che sia mai stato creato. Batte, e anche di molto, qualsiasi altra produzione (per quanto io in genere preferisca delle serie a dei semplici OAV).

Voto: 10. Best vampire anime ever.

Consigliato a: chi vuole un film d’azione; chi vuole una storia solidissima e struggente; chi vuol conoscere la simpatia di una mano parlante.

Abenobashi Magical Shop

Restiamo in casa Gainax, con il mio secondo anime mai visto:

Abenobashi Magical Shop

Si tratta di una serie con protagonisti due ragazzi, Sasshi e Arumi, che sono amici sin dall’infanzia e che con i parenti vivono in un negozietto, che però è a rischio di chiusura… a seguito di un incidente che accade sul tetto, vengono catapultati in una serie di universi alternativi a tema, dai quali devono fuggire per tentare di tornare a casa; purtroppo, la strada del ritorno non è semplice né piacevole come sembra!

Va detto che questa serie, nella sua prima metà, è davvero spassosissima: è STRAPIENA di citazioni di ogni genere (ogni puntata è incentrata su un’ambientazione: sia essa GDR o spaziale, a scuola o nella preistoria, poco conta) e i personaggi che si reincontrano sono sempre gli stessi, ma con funzioni ogni volta diverse. Ce n’è da rotolarsi dal ridere davvero per un bel po’ di tempo, e credo che la puntata sci-fi (una delle primissime) sia una delle cose più divertenti mai viste.

Come al solito, il finale prende un tono decisamente più serioso: si scopre che il ritorno a casa potrebbe non essere piacevole come si pensa, e la soluzione è tutt’altro che semplice. Ci si ritrova tuttavia con un lieto fine, cosa che fa molto piacere, e la serie rimane pienamente godibile nonostante il calo di comicità dell’ultimo pezzo.

Voto: 9. Davvero divertentissimo: peccato per il calo nel finale che, come sempre, rovina tutto…

Consigliato a: chi vuol rotolare dal ridere; chi vuol fare incetta di citazioni; chi vuol vedere cosa passa nella testa di un 15 enne giapponese.

FLCL

Egli. Lui. Il sommo.

FLCL

Ero tentato di scrivere il primo pezzo su questo anime, ma avrebbe condizionato il giudizio su tutti gli altri. Questo è il primissimo anime in lingua originale che ho visto in vita mia, e questo già fa capire quale sia stato il mio approccio con tale mondo.

La storia… eh. C’è la storia di un adolescente e la ragazza di suo fratello che stanno crescendo, e sono amici. C’è la storia di una pazza in motoretta che prende a chitarrate persone ed oggetti, per motivi noti solo a lei. C’è la storia di una città costruita attorno ad un gigante ferro da stiro, al cui interno non si sa cosa succeda.
C’è tutto questo e anche di più. Nel momento in cui si cominciano a guardare le sei puntate, la mente si perde se anche solo tenta di dare un ordine a tutto ciò.

Bisogna lasciar fluire l’anime per capirne l’essenza stessa, che non può essere spiegata a parole: molti dicono che in realtà è una parabola della crescita e della vita, altri dicono che è una follìa visionaria, ma secondo me è un’esperienza pseudo-mistica.

I disegni, per essere di sette anni fa, sono assolutamente meravigliosi: sono un po’ strani, ma sono perfettamente azzeccati con il tono dell’anime stesso.

Menzione speciale alla colonna sonora: io non faccio praticamente mai caso alla musica durante una serie (se non le sigle), ma in questo caso l’intera durata delle puntate è coperta da una base fatta dai Pillows, azzeccatissima e meravigliosa.

Questa è la Gainax nel massimo splendore.
Esistono anime pessimi. Esistono anime mediocri. Esistono anime buoni. Esistono anime ottimi. Esistono anime memorabili. Esistono anime perfetti. E poi c’è FLCL a guardarli dall’alto.

Voto: 11

Consigliato a: nessuno. Perché, in un mondo ideale, tutti dovrebbero averlo già visto.

Golden Boy

Rieccoci ad un anime palesemente ecchi, come

Golden Boy

Questa corta serie di 6 puntate riguarda Kintaro, un giovane che come unica missione ha imparare tutto l’imparabile. In ognuna delle sei puntate si butta difatti in un diverso lavoro, conoscendo diversa gente (tra cui immancabilmente delle gnocche da paura) e apprendendo tutto il possibile, tra fraintendimenti e accenni sessuali manco troppo velati.

Ritengo che la serie faccia quel che deve fare: diverte. Anche in questo caso, come in altri anime incontrati, un cartone comico non punta ad vera e propria storia (solo in rari casi si assiste in questo, perché è molto difficile congiungere risate e un plot credibile), ma più che altro una linea direttrice che guida tra le puntate: in questo caso, il desiderio d’apprendimento.

Io l’ho trovato piacevole anche se non eccelso: le battute strappano un bel po’ di risate e le sei puntate si fanno guardare volentieri. Assolutamente consigliato se desiderate qualche risata senza troppo pensarci su: inoltre, è stato doppiato in italiano ed è quindi più facilmente godibile.

Nota: 7.5. Forse punta un po’ tanto sulle battute provocatorie… ma se fanno ridere, che problema c’è?

Consigliato a: chi ha un paio d’orette per ridere; chi vuol vedere qualche bella topa disponbile; chi vuol andare in bicicletta dicendo imparoimparoimparoimparoimparoimparo.

This Ugly and Beautiful World

Torniamo nelle mani della Gainax, con

This Ugly and Beautiful World

In questa serie, dal nome originale di Kono Minikuku Mo Utsukushii Sekai, ci occupiamo di Takeru, un ragazzo che trova nel bosco una ragazza, Hikaru, che pare venire dallo spazio con degli scopi non meglio precisati. Con il passare del tempo, si scopre che la sua venuta sul nostro pianeta rappresenta l’annuncio della fine del mondo…

La storia in sè è relativamente lineare, ed è piena di romance da tutte le parti. Uno dei maggiori problemi sta proprio qui: essendo una serie molto corta (sono solo 12 puntate), le relazioni si sviluppano a singhiozzo, senza alcun nesso logico e senza motivi per le azioni di chi interviene. Ci si innamora senza motivo, dopo 1 giorno già si sacrifica la propria vita per qualcun’altro e via dicendo: non che siano cose sconosciute negli anime (in fin dei conti, tutti quanti funzionano così), ma qui è un po’ tanto estremizzato, e lascia veramente perplessi.

Le trasformazioni di Takeru, inoltre, fanno passare la situazione da un estremo all’altro: da una situazione in cui sono totali vittime impotenti ad un’altra dove Takeru distrugge tutto senza nessun problema. Non c’è via di mezzo, non c’è sfida: o si vince tutto o si perde e basta: c’è poco gusto.

La mano della Gainax, a mio parere, si vede soltanto nel finale, dove per qualche minuto sembra di essere al cospetto di più blasonati titoli: peccato che ciò non basti a salvare la serie intera, anche se il finale stesso è stato ben studiato e conclude la questione lasciando almeno parzialmente soddisfatti.

Devo dire che dalla Gainax mi aspettavo di più: questa serie può essere guardata dato che dura sole quattro ore, ma c’è di molto meglio in giro.

Voto: 6.5

Consigliato a: chi vuol vedere un po’ di aliene seminude che piovono dal cielo; chi apprezza le donne che si innamorano follemente senza ragione; chi, in fin dei conti, della Gainax non vuol farsi mancare nulla.

Chrno Crusade

E rieccoci a parlare di demoni e chiesa, con

Chrno Crusade

Si tratta della storia di una coppia di ragazzi, Rosette e Chrno, che lavorano per la chiesa effettuando esorcismi: l’unico problemino è che Chrno è un demone legato a Rosette tramite un medaglione.
In caso di estremo bisogno, egli può trasformarsi in un potentissimo demone: questo lo porta tuttavia a consumare la vita di Rosette, accorciandone la durata complessiva. Essendo i due molto legati, si può capire come si tenti di evitare questa soluzione il più possibile.
Dopo le prime puntate introduttive piene di divertenti gag, ci si imbarca nel tema principale che -sorpresa sorpresa- è “salva il mondo dalla distruzione”.
Per quanto sia la struttura dell’anime che la trama siano strausate e straviste, tuttavia, ci si sente legati alle sofferenze dei due personaggi principali, che hanno entrambi un passato travagliato e pieno di dolore, di modo che la seconda parte della serie (quella che, come al solito, si ritrova seriosa e dolorosa) tiene attaccati con attenzione gli spettatori.
Il finale è inoltre davvero toccante e, secondo me, estremamente azzeccato.

In defintiva, uno dei soliti mille anime con la solita struttura: però è un buon “solito”, e quindi risulta comunque una visione gustosa e piacevole. Da non sottovalutare, inoltre i disegni di buona qualità che sono presenti e che quindi appagano l’occhio.

Voto: 8. Non mi ha fatto gridare al miracolo, ma in fin dei conti me lo son goduto.

Consigliato a: chi vuol vedere un po’ di botte demoniache; chi non ha paura di finali dolorosi;