Yakushiji Ryoko No Kaiki Jikenbo

Una poliziotta seducente e intrattabile che si confronta con il sovrannaturale.

Yakushiji Ryoko No Kaiki Jikenbo

Ryoko Yakushiji è un’ispettrice della polizia metropolitana di Tokyo, e sembra avere tutti i pregi: bellissima, atletica, sportiva, ricca, intelligente e abile in tutto ciò che fa.
Peccato che abbia un carattere che definire pessimo è ancora poco! Il povero Jun’Ichirou, suo assistente, è praticamente ridotto ad uno schiavo. Deve accompagnarla a fare shopping durante le ore di lavoro, si ritrova a compiere ogni genere di commissione anche al difuori di qualsiasi sua mansione e via dicendo: gli abusi su di lui sono continui e infiniti, ma la pace e l’armonia tra i due si instaura quando si ritrovano davanti ad un mistero da risolvere. La loro specialità è infatti occuparsi dei casi che coinvolgono entità sovrannaturali, e trovare i colpevoli dietro a delitti apparentemente inspiegabili.

In un anime simil-poliziesco, è vitale la qualità dei misteri per poter costruire delle puntate avvincenti. Purtroppo in questo caso, dopo l’iniziale interesse dovuto alle varie peculiarità dei personaggi in campo, si capisce che i casi da risolvere non sono poi così affascinanti.
Il lato “sovrannaturale” è sempre indotto dai loschi piani di persone, generalmente invischiate con la politica: questo porta ad avere l’elemento “misterioso” unicamente come nota di colore in una vicenda che in realtà parla di tutt’altro. Il fatto che Ryoko possa fare qualsiasi cosa le salti in mente anche con potenti uomini politici, inoltre, toglie il gusto di avere degli avversari temibili.

Parlando di ciò, si arriva inesorabilmente a valutare i personaggi, e ovviamente il fulcro di tutto è Ryoko stessa. Il personaggio ha molte caratteristiche, ma quasi tutte vengono ignorate per puntare sul suo sconfinato egocentrismo. Questo non la rende antipatica, bensì piuttosto ripetitiva. Il fatto che lei, oltre che detective, risulti essere anche una delle persone più ricche in Giappone, con ai suoi piedi l’organizzazione per la sicurezza più grande della nazione, e che gli uomini politici tremino davanti a lei a causa del suo potere può dare degli interessanti spunti per sviluppare le storie, ma purtroppo ha una grande controindicazione: come detto sopra, visto che lei può permettersi qualsiasi cosa annulla tutto il delicato aspetto di raccolta degli indizi (inesistente), interrogazione delle persone (inesistente) o di deduzione logica (inesistente), visto che Ryoko può semplicemente chiamare un elicottero ed entrare anche al Dipartimento della Difesa, con tutti che si terrorizzano al suo arrivo.
Inoltre, nonostante la sua presunta superintelligenza, spesso e volentieri Ryoko risolve i casi semplicemente spaccando tutto e immaginando che sia la cosa giusta; non c’è alcun processo di ragionamento dietro alla maggior parte delle sue deduzioni, e le cose sembrano unicamente capitare nella maniera giusta per pura fortuna.

Gli altri personaggi hanno un minor ruolo, e pertanto vengono anche sviluppati in maniera minore: Jun’Ichirou è un poveraccio all’inizio della serie e lo rimane fino alla fine (il rapporto tra lui e Ryoko è chiaro sin da subito, ma in fin dei conti non sis sviluppa mai); Le due maid francesi sono abbastanza inutili, e per essere nate e cresciute a Parigi parlano un francese davvero pessimo.
Nota di demerito assoluta ai cattivi dell’ultimo arco narrativo (infatti la storia è composta nelle prime otto puntate da episodi singoli, e nelle ultime cinque da una trama unica): la loro stupidità è abissale, e avrebbero potuto vincere la loro battaglia contro Ryoko in almeno centomila diverse occasioni. Sprecandole tutte.

Il disegno è bello anche se qui e là ci sono alcune cadute di qualità; le musiche sono interessanti, con opening, ending e musiche nelle puntate di qualità che si ispirano ai noir degli anni ’20, sebbene la serie sia ambientata ai giorni nostri.

Insomma, come si può capire secondo me Yakushiji Ryoko no Kaiki Jikenbo è un mezzo fallimento: le storie sono poco interessanti, i personaggi sono poco credibili, lo sviluppo del principale arco narrativo è quasi casuale ed affrettato… se cercate delle buone storie poliziesche, purtroppo, vi toccherà cercare altrove.

Voto: 5. Non raggiunge la sufficienza perché gli mancano tutti i punti fondamentali per poter essere un degno anime del genere in cui vorrebbe muoversi.

Consigliato a: chi vuole delle storie auto-conclusive, con qualche mistero e qualche mostro strano; chi vuole un personaggio pieno di carisma, perché Ryoko nonostante tutto ne ha da vendere; chi non si offende se un anime da mille spunti e non ne sviluppa nessuno.