Ogni tanto le paure, per fortuna, non diventano realtà:
Final Approach
Il Giappone è oramai ad un declino demografico, a causa della carenza di nuove nascite: il governo, per porre rimedio al problema, ha deciso di promuovere un programma di matrimoni organizzati. È in tal modo che, in maniera piuttosto irruenta, Shizuka entra nella vita di Ryo, dichiarandosi da subito sua promessa sposa e installandosi in pianta stabile nella casa di quest’utlimo e della di lui sorella.
Inutile dire che Ryo non è affatto contento della situazione, e tenta di scacciare Shizuka in ogni modo! Ma riuscirà nel suo intento, o i piani di matrimonio di costei riusciranno ad andare a buon fine? Come mai ella è così adamantina nel voler stare con Ryo?
Sin dall’inizio, si capisce senza ombra di dubbio che si tratta di un harem anime tratto da una visual novel, e con questa base mi aspettavo il peggio del peggio, con banalità senza fine: per fortuna sono rimasto parzialmente smentito. Se infatti alcuni elementi standard sono forzatamente presenti (primo da tutti la totale idiozia del protagonista maschile, che rifugge una donna bellissima che fa tutto per lui), molti teatrini triti e ritriti ci sono risparmiati. I personaggi che seguono il nostro protagonista hanno un motivo per farlo (e non lo amano “tanto per”); non ci sono tutte quelle patetiche incomprensioni che permeano i lavori di bassa qualità, fatti solo per strappare qualche lacrima ai personaggi; il finale, sebbene prevedibile come il panettone a Natale, ha comunque un certo pathos – non ci si sente così legati ai personaggi da rimanerne troppo colpiti (in fin dei conti abbiamo solo 13 puntate da 10 minuti a disposizione), ma comunque si percepisce una certa carica emotiva.
I disegni, per essere del 2004, sono relativamente carenti a parte in un aspetto: le ragazze. Essendo infatti tratto da una visual novel, a questo aspetto è stata data la massima cura.
Il sonoro è abbastanza anonimo sia in opening/ending, che in BGM.
Insomma: non è che Final Approach sia un capolavoro o un anime da iscrivere negli annali storici della storia dell’animazione. I personaggi, sebbene ben fatti, non sono particolarmente profondi; la comicità è abbastanza terre-à-terre (anche se ha alcune punte di qualità, come lo scontro Shizuka-Haru); la gente sullo schermo si comporta in buona parte nella maniera che ci si aspetterebbe da loro. Per essere tuttavia un lavoretto piccolino e tra i primissimi anime creati dalla ZEXCS, è stato fatto un lavoro più che accettabile.
Voto: 7. Per chi piacciono gli harem anime, un’occhiata è più che legittima – troveranno un lavoro migliore di mille altre schifezze. Per gli altri, se avete un paio d’ore da impiegare e proprio non sapete cosa fare…
Consigliato a: chi apprezza il genere; chi sa che dalle visual novel ogni tanto si può trarre qualcosa di accettabile; chi vuole sentire come si pronuncia il “to be continued” in giapponese, che vediamo alla fine delle puntate degli anime sin dalla nostra più tenera infanzia.