Dall’America con furore, nuove avventure del silente e vendicativo samurai nero.
Afro Samurai Resurrection
Il film si colloca dopo gli avvenimenti della serie antecedente. Afro è diventato il numero uno, ma si è ritirato a vita segregata. Purtroppo pare che non vogliano lasciarlo in pace: vanno a distruggere la sua casa, lo malmenano, gli rubano la fascia e lo minacciano addirittura con la risurrezione del padre, riportato in vita solo per farlo soffrire! Ma come mai tanto odio nei suoi confronti? Forse che conosce i suoi nemici da molto tempo? Dovrà di nuovo immergersi nel sangue e nella violenza, per aver alfin la pace?
Sicuramente chi guarda questo film avrà apprezzato la serie, e si troverà famigliare con la curiosa ambientazione super-anacronistica che esiste. Giappone medievale con cellulari, scarpe tradizionali con cuscini molleggiati, ninja con visori notturni, katane e lanciamissili, tutto risulta ottimamente mischiato per creare un mondo curiosamente funzionante, dove l’esagerazione di tali incongruenze diventa coerenza a sè.
La storia è abbastanza semplice e lineare (ancora una volta, vendetta su vendetta), e difficilmente sorprenderà lo spettatore: serve però a traghettare il protagonista attraverso le varie battaglie che ci vengono proposte.
La parte dei combattimenti è fatta dignitosamente, anche se a mio parere alcuni sono eccessivamente statici mentre altri sono troppo confusionari, ai limiti dell’incomprensibilità visiva: uno stile fluido ma pulito avrebbe forse potuto aiutare.
Gli sceneggiatori non si sono inoltre sicuramente limitati nelle idee: nonostante la storia non sia chissà cosa, parecchi avvenimenti risultano pseudo-comici per la voluta assurdità della scena (samurai cadaveri clonati rivissuti che, al fianco di ninja volanti zombie robotici, aiutano mutilati afasici rinchiusi in giganteschi orsi di peluche…). Il trash spesso disturba, ma qui è talmente esagerato che risulta intrattenente.
Una delle parti più importanti è fatta dai personaggi, estremamente caratterizzati. Se Afro è il solito silente guerriero, ritorna in grande stile il suo compagno di viaggio, ciarliero come non mai e doppiato da Samuel L. Jackson. I testi di tale personaggio sono spassosi e ben si contrappongono alla serietà tendente al tragico del film.
Anche gli avversari sono ben creati: si ritrovano i personaggi della prima serie, chiaramente mutati rispetto al passato, che quindi danno continuità alla storia. Avere la scusa di una nemica femminile per poter mettere buone quantità di fanservice è forse stato un richiamo troppo forte; va detto che non si arriva al livello da avvertirne la noia, ed in fin dei conti è un bel vedere.
Il disegno ha un buono stile, interessante e dinamico, anche se -come detto sopra- ogni tanto un po’ tanto caotico. La musica ha un ruolo assolutamente primario in questo film, e farà molto piacere a chiunque apprezzi la musica hip hop: canzoni fatte apposta per l’occasione suonano in buona parte dell’ora e mezza di proiezione, aggiungendo valore ad ogni singola scena.
Insomma, Afro Samurai Resurrection è sicuramente un riuscito seguito di un’originale serie, creata fuori dal Giappone ma che ben si inserisce nel panorama deglianime. Rispetto alla serie che lo precede riesce a sviluppare le parti interessanti senza dover sorvolare personaggi rilevanti o avere combattimenti affrettati. L’ambientazione e le musiche portano ulteriore qualità alla situazione, facendo risultare la visione piacevole e divertente.
Voto: 8. Una gradevole ora e mezzo di visione, che passa con piacere anche se senza eccellenze particolari.
Consigliato a: chi ha apprezzato la serie, e ne vuole sempre di più; chi ama la musica rap americana, e la combinazione con gli anime gli pare azzeccata; chi vuol sentire Samuel L. Jackson dire “So what we’re doin’ next, what about getting a lil’ push push first, you know what I’m sayin’?”