Armored Trooper VOTOMS: Pailsen Files

Il remake di un antico anime militare, risalente a venticinque anni fa:

Armored Trooper VOTOMS: Pailsen Files

Nonostante poca gente alle nostre latitudini ne abbia sentito parlare, la saga dei VOTOMS in Giappone dura oramai da un quarto di secolo, con una serie da 52 puntate e cinque diversi OVA: la serie uscita quest’anno è il remake di uno di essi.
Chirico Cuvie è un militare di un lontano futuro in una lontana galassia, pilota di un mech (parecchio low-tech rispetto a molte altre produzioni: non vola, non lancia raggi laser, non si trasforma… è un mech alto quattro metri, spara missili e mitraglia, cammina o pattina, fine) che è sopravvissuto ad un’infinità di situazioni “da morte certa”: il suo anormale tasso di sopravvivenza interessa dunque un ricercatore militare, che tenta di capirne il motivo. C’è qualche particolare motivo per tale incredibile resistenza? Come mai continuano ad inviarlo in missioni sempre più pericolose? Perché è stato messo in una squadra d’elite dove i membri sembrano non avere nula in comune?

Questo anime si svolge durante una guerra che dura oramai da cent’anni, nel futuro, ma il vero nemico non è quello sul campo di battaglia: ci sono alcune scene di lotta con i mech (fatte in maniera apprezzabile anche se non eccelsa), ma il fulcro è tutt’altro. A dirla tutta, avrebbero potuto ambientare la storia ai giorni nostri e usare dei normali militari e la trama avrebbe potuto non cambiare di un millimetro. L’ambiente che si capta è quello della cospirazione militaristica, e il tono è sempre cupo di chi si trova in mezzo a misteri che lo riguardano ma di cui non sa nulla: la trama in sé è semplice ma parecchi interessante, e fino all’ultima puntata mantiene molta consistenza. All’ultimo forse slitta un po’ in un paio di punti, ma bisogna nuovamente considerare che questa serie di dodici puntate è il remake di un OVA la cui trama si intersecava con il resto dell’ambientazione, e ciononostante il tutto ha senso al 97%. Ottimo lavoro da questo punto di vista.

I personaggi vanno a fasi alterne: il protagonista in sé, Chirico, è il personaggio più ignorato di tutta la serie. Ha un ruolo nella prima puntata, per introdurre la questione “sopravvissuto ad oltranza” (prima puntata invero bruttina, che può fuorviare dal vero tono della serie essendo quasi solo battagliero, cosa che non capita più in seguito) e fa un discorso nell’ultima: per il resto segue il resto del team di quattro persone a lui affiancato, che sono molto più interessanti di lui. I caratteri di costoro (o, perlomeno, di tre di loro) sono molto peculiari, ma la cosa si spiega con l’evolversi della trama: l’interazione tra di essi è credibile in virtù del loro diverso approccio ai problemi.

I disegni sono buoni, e i mech sono disegnati molto bene: sono anche animati in CG in maniera egregia, anche se forse avrebbero impegnarsi un po’ di più con gli effetti dei proiettili e dei colpi. Con tanto tempo usato a creare i modelli dei robot, potevano mettercela tutta fino in fondo. Anche gli altri disegni sono belli, sebbene non brillino in maniera particolare.
Le musiche sono abbastanza insignificanti, e personalmente non ho apprezzato in maniera eccessiva opening ed ending; non sono terribili, ma non c’entrano nulla con il tono dell’anime né sono particolarmente orecchiabili.

In definitiva, questa serie è un onesto anime di segreti militari, con una storia gradevole e qualche combattimento che si lascia vedere con piacere: non è un masterpiece, ma non ha nemmeno veri punti negativi per cui infamarlo. Mi aspettavo qualche tamarrata o uno storione confusionario, ed invece sono rimasto favorevolmente colpito.

Voto: 7,5.

Consigliato a: chi ama le serie che riguardano ambienti militari e missioni suicide; chi vuole un po’ di tensione, senza però esagerare mai troppo; chi vuol vedere robot alti quattro metri che vanno con i pattini, sciano e slidano in giro.

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